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LA PENTOLA-ANGURIA Storia di un bambino indiano di Rachele Gigli.

Marzo 20 @ 18:00 - 20:00



Giovedì 20 marzo, ore 18.00
Libreria Fahrenheit 451 – Campo de’ fiori 44

Presentazione del libro

LA PENTOLA-ANGURIA Storia di un bambino indiano

di Rachele Gigli.
 

L’autrice dialoga con il professore etnografo e antropologo Massimo Canevacci e il traduttore, musicista e compositore Alípio Carvalho Neto, a seguire performance musicale di Alípio Carvalho NetoGiancarlo Schiaffini e Marco Ariano.

 
‘‘LA PENTOLA-ANGURIA Storia di un bambino indiano’’ di Rachele Gigli è pubblicato dalla casa editrice brasiliana Confraria Do Vento. Edizione bilingue italiano-portoghese, tradotta da Alípio Carvalho Neto, prefazione di Valentine Carvalho Herold e illustrata dalla stessa autrice.
Il racconto è adatto a lettori giovani e adulti e sfiora con delicatezza diverse tematiche sociali importanti legate all’attualità. Ci si questiona su diseguaglianza, diritti umani, migrazione, emarginazione, emancipazione femminile, sfruttamento sul lavoro, diritti dei bambini, percezione che abbiamo delle culture diverse dalla nostra. L’intento dell’autrice non è di dare risposte o soluzioni ma interrompere il flusso di distratta indifferenza che apparentemente caratterizza i nostri tempi e di indurci al questionamento, all’incontro con l’altro, al dialogo.
Il racconto, dal carattere realistico-meraviglioso, quasi una favola, riesce a trasmettere una complessità di pensiero pur nella sua brevità. Il lettore viene preso per mano dai personaggi principali e invitato a partecipare a una profonda riflessione culturale collettiva.
 
 
 

Rachele Gigli, autrice del libro, è traduttrice e artista poliedrica, nasce a Grado dove torna a vivere nel 2023. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Roma Tre con una tesi sullo scrittore Luis Martín-Santos, ha frequentato il primo anno di dottorato alla Nova di Lisbona per approfondire l’estetica della letteratura ispano-americana neobarocca. In ambito artistico è attratta dalla multidisciplinarietà ha sviluppato delle collaborazioni artistiche con il musicista Alípio Carvalho Neto: esposizioni di disegni e fotografie, videoarte e videoperformance.

Alípio Carvalho Neto, traduttore del libro, sassofonista, inizia i suoi studi musicali presso la Scuola di Musica di Brasília (EMB). Si trasferisce nel 1997 in Portogallo dove è stato premiato con una borsa di studio dall’Istituto di Cultura di Macao e del Ministero della Cultura del Brasile (Bolsa Virtuose) per la ricerca nei settori della musica e della letteratura, con approfondimento nella poetica araba e cinese all’Università di Évora. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca (PhD) in “Storia, Scienze e Tecniche della Musica” presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Nel 2017, pubblica insieme a Giancarlo Schiaffini Immaginare la musica (Milano: Auditorium), dove ha curato l’analisi delle composizioni di Schiaffini. Poeta, traduttore e saggista, ha un Master in Teoria della Letteratura nel quale approfondisce il concetto dell’allegoria barocca di Walter Benjamin.  È un attivo interprete, improvvisatore, compositore e ricercatore dedicato agli studi musicali interdisciplinari, con particolare attenzione all’estetica della musica, la relazione tra improvvisazione e composizione. Dal 2016, è Lettore (Lecturer) al Master in Sonic Arts all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove ha fondato e dirige l’Intermedia Lab. Si è esibito e ha tenuto seminari e workshop in contesti di rilievo, quali il Festival Luigi Nono, Séminaire MaMuPhi (mathématiques-musique-philosophie / IRCAM), Black Box del Gasteig di Monaco di Baviera, CCA Glasgow, CHIGIANAradioarte / Accademia Chigiana, Jazz & Wine of Peace, Durham University (Philosophy of Improvisation), Tufts University / Harvard University (Utopian Listening: The Late Electroacoustic Music of Luigi Nono), Université Paris-Sorbonne, Fondazione Giorgio Cini, Festival di Nuova Consonanza e Conservatorio di Santa Cecilia. Ha pubblicato numerosi album che sono stati acclamati dal pubblico e dalla critica internazionale, come leader, co-leader e molti come sideman. È corrispondente dall’Italia della Rivista Letteraria Pernambuco.

Massimo Canevacci docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Roma La Sapienza. Invitato come visiting professor in diverse università europee, a Tokyo (Giappone) e a Nanjing (Cina), dal 2010 al 2017 è stato professore ospite in Brasile a Florianôpolis (UFSC), Rio de Janeiro (UERJ), São Paulo (ECA/USP – Instituto de Estudos Avançados IEA/USP). Attualmente insegna come professore emerito a La Sapienza. Tra i suoi libri: Cittadinanza transitiva. Un’antropologia politica applicata al soggetto diasporico (Meltemi, 2024), Stupore indigeno (Mar dei Sargassi, 2023), Meta-feticismo. Un’etnografia esplorativa oltre la reificazione (Manifesto Libri, 2022), Culture eXtreme. Mutazioni giovanili nel corpo della metropoli (Derive&Approdi, 2021), La città polifonica (Rogas, 2018), Antropologia della comunicazione visuale (Postmedia Books), La linea di polvere. La cultura bororo tra tradizione, mutamento e auto-rappresentazione (Meltemi, 2017).

Giancarlo Schiaffini compositore-trombonista-tubista, si è laureato in fisica nel 1965. Autodidatta in musica, ha partecipato alle prime esperienze di free-jazz in Italia negli anni ’60. In quel periodo ha cominciato la sua attività di compositore ed esecutore nel campo della musica contemporanea e del jazz. Nel 1970 ha fondato il gruppo strumentale da camera Nuove Forme Sonore. Ha collaborando con il Gruppo di Improvvisazione di Nuova Consonanza dal 1972 al 1983. Nel 1975 ha fondato il Gruppo Romano di Ottoni, con repertorio di musica rinascimentale e contemporanea. Fa parte della Italian Instabile Orchestra. Ha insegnato presso i conservatori “G. Rossini” di Pesaro, “A. Casella” dell’Aquila e nei corsi estivi di Siena Jazz (strumento, improvvisazione, composizione). Ha pubblicato per Ricordi un suo trattato sulle tecniche del trombone nella musica contemporanea e per Auditorium Edizioni “E non chiamatelo jazz” sull’improvvisazione musicale, “Tragicommedia dell’ascolto”, “Immaginare la musica” e “Errore e pregiudizio”.

Marco Ariano percussionista, sperimentatore sonoro, artista intermediale, ha articolato un percorso di studio e ricerca ai margini di arte e filosofia. Il suo approccio decostruttivo lo ha condotto ad una peculiare prassi percussionistica centrata sull’improvvisazione. Suona musiche non convenzionali. La sua scrittura unisce spesso elementi scenico-video-poetici a quelli sonori. Tra i suoi lavori interdisciplinari La Vacuità Splendente, n frammenti limbici, Degli Insetti, Quaderno Cinese n.1. Ha suonato e registrato con importanti musicisti della scena contemporanea e ha collaborato con artisti e gruppi della ricerca artistica. Ha fondato gruppi legati a pratiche improvvisative eterogenee come Opera Mutica, Xubuxue, K Mundi, Ensemble Intondo. Ha tenuto lezioni e seminari presso Università e istituzioni artistico-culturali sia pubbliche che private. È docente percussionista dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Dettagli

Data:
Marzo 20
Ora:
18:00 - 20:00